Emozione. Forse è questa la parola adeguata a descrivere la performance di Paolo Benvegnù lo scorso lunedì all’Auditorium. La sua, nel suonare in una location così prestigiosa, e la nostra, nel vederlo finalmente nel contesto che più si addice alla sua liricità. Il concerto ha un qualcosa di magico e solenne, lo si avverte già entrando in sala Petrassi. Le luci si abbassano lentamente ed il gruppo nella sua formazione essenziale- Paolo Benvegnù, Guglielmo Ridolfo Gagliano, Luca Baldini e Andrea Franchi– si schiera lentamente sul palco. L’apertura è affidata ad uno dei classici del suo repertorio, Il mare verticale. L’atmosfera inizia a scaldarsi e siamo pronti ad immergerci in Hermann, vero protagonista nella scaletta della serata. Le prime tre canzoni scorrono velocemente, accompagnate dalle immagini proiettate dietro ai musicisti e pensate appositamente per ogni brano, ma è con Avanzate, Ascoltate che Benvegnù sfiora la commozione. La voce tremante, si asciuga gli occhi con una mano e ci ringrazia, e fa lo stesso con i suoi musicisti. Hermann sta crescendo pian piano, prendendo forza nel live e consapevolezza nelle voci del pubblico che lo cantano. Si pesca ancora nei dischi precedenti, con Cerchi nell’acqua e Solo un sogno. Finalmente l’artista si è slegato dall’emozione dell’uomo e ritrova sicurezza e slancio. Una breve pausa e l’ex Scisma torna nuovamente sul palco, in un’inedita versione chitarra e voce ascoltiamo la struggente Catherine. Il resto del gruppo raggiunge la propria postazione e facciamo una breve incursione ne Le Labbra con il brano La schiena, incastonato perfettamente nell’acustica dell’Auditorium. Ma è ai primi dischi che viene dato nuovamente ampio spazio, arrivano Rosemary Plexiglas, Suggestionabili e Troppo Poco Intelligente, che chiude con un sorriso il concerto. Riusciamo ad intrufolarci nel backstage, giusto il tempo per fare un paio di domande. Scopriamo quello che speravamo di aver intuito: c’è una profondità diversa nella voce di Paolo, che sembra diventare sempre più simile a quella di suo padre, e sì, ci sarà presto un nuovo album. E a noi non resta che “attendere un’attesa sempre attesa”.
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Come scrissi anche su impatto sonoro il disco di paolo è tra le cose più belle di questo 2011
Bellissimo! Doveva vincere lui il Premio Tenco! 🙂
e anche il premio rockit…invece è stato escluso al primo turno 😦
Capirai, contro i Verdena.. Era pressoché impossibile purtroppo!